venerdì 9 dicembre 2011
Doppio standard, la regola che il mondo dell'informazione applica sempre a Israele
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=42544
Riportiamo da PAGINE EBRAICHE l'articolo di Ugo Volli dal titolo " Doppio standard, la regola che il mondo dell'informazione applica sempre a Israele ".
Ugo Volli, Natan Sharansky
Nel momento in cui Israele è particolarmente isolato e sotto attacco non bisogna mai dimenticarsi del semplice test proposto da Natan Sharanski per distinguere le legittime critiche politiche dall'antisemitismo (http://www.jcpa.org/phas/phas-sharansky-f04.htm): sono le tre "D" di delegittimazione, demonizzazione, doppio standard.
Essendo scontato che la totalità delle invettive contro Israele che vengono dal mondo arabo (in quel caso spesso rivolte direttamente contro "gli ebrei") e dalla sinistra radicale non superano affatto questo test, è interessante guardare i casi ambigui, che sono numerosi.
Dei tre criteri, il più sensibile è quello del "doppio standard", che viene spesso applicato sia in senso negativo a Israele sia in quello positivo ai palestinesi e talvolta in maniera del tutto esplicita, come "appoggio ai più deboli". Ma che cosa si intende per "doppio standard"? Il Cambridge dictionary online lo definisce come "una regola o canone di buon comportamento che si richiede ingiustamente che alcune persone seguano e altre no".
E' un caso praticamente universale nelle polemiche contro Israele. Quando si polemizza aspramente sulle leggi israeliane contro il boicottaggio o contro il sostegno di governi stranieri a Ong, e non lo si fa con leggi analoghe degli Stati Uniti; quando si parla di Israele come "apartheid" e si ignorano le pulizie etniche arabe contro gli ebrei; quando si valuta con indulgenza il lancio di razzi su civili o gli attentati suicidi e si condanna l'autodifesa israeliana; quando si richiede che Israele blocchi le costruzioni nelle zone contese e non i palestinesi, ecc. ecc. Quasi tutta l'informazione applica doppi standard contro Israele. E purtroppo lo fa anche buona parte del mondo ebraico.
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