venerdì 9 dicembre 2011

Quando il boicottaggio di Israele è una zappa sui piedi


Israele è una zappa sui piedidi Giovanni Quer


Giovanni Quer


Il 1 dicembre Israele ha presentato alla seconda commissione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite la proposta di risoluzione "Tecnologie Agricole per lo Sviluppo". La proposta propone il rafforzamento della ricerca in campo agricolo, l'aumento dell'accessibilita' alle tecnologie agricole, lo sviluppo rurale dei Paesi poveri con particolare attenzione allo status delle donne nella forza lavoro del settore agricolo e l'investimento dei Paesi ricchi nel campo dell'innovazione.

Israele e' stata il capofila, appoggiata da altro 102 stati, di questa risoluzione che si propone di adottare principi e di stabilire un'agenda nella politica agricola per lo sviluppo.

Il voto del 1 Dicembre 2011 ha ripetuto la stessa scena cui si e' assistito nel 2007, quando la Seconda Commissione dell'Assemblea Generale ha adottato una risoluzione (62/190) sulle tecnologie agricole, proposta d Israele e osteggiata dagli Stati Arabi, che avevano chiesto una votazione sul documento. La Tunisia aveva dichiarato che Israele non era interessata ne' allo sviluppo, ne' alla pace e che tantomeno era interessata al miglioramento delle condizioni agro-alimentari dei Paesi in via di sviluppo. La risoluzione era stata adottata con 118 voti a favore, incluso il Pakistan, e 29 astensioni (Paesi arabi e islamici) con nessun voto contrario.

Questo mese e' toccato all'Iraq il compito di osteggiare Israele, dichiarando che la proposta di risoluzione sfruttava la situazione economica dei Paesi poveri per coprire gli altri crimini commessi da Israele. Ancora la risoluzione e' andata al voto ed e' passata con 133 voti a favore e 35 astensioni. L'analisi dei voti da sempre gli stessi risultati: a favore hanno votato i Paesi occidentali, compresa Russia, stati sudamericani, la maggior parte degli stati africani e asiatici. I Paesi allineati nel boicottaggio contro Israele si sono astenuti: Paesi arabi e islamici, tranne gli stati dell'Asia Centrale e la Turchia, il Sud Africa e il suo satellite Swaziland, la Mauritania, l'Ecuador, il Nicaragua, il Venezuela, Cuba.

L'astensione anziche' il voto contrario ha un significato particolare: non potendo votare contro una risoluzione che e' apporta benefici alla popolazione dei Paesi allineati contro Israele, questi si astengono pur di non votare una proposta che migliora il mondo proprio perche' avanzata da Israele.

Il blocco arabo-islamico, seguito dagli stati che pervicacemente sostengono il BDS (Boycott, Divestment and Sanction), e' forte, compatto e capace di politicizzare anche questioni libere da ogni sfumatura identitaria. Tanto basta a dimostrare che l'ostracizzazione di Israele e' mossa dalla fondamentale volonta' di eliminare lo stato ebraico dalla comunita' delle nazioni, nonostante, e forse proprio a causa del suo impegno e apporto al mondo.

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